Il villaggio medioevale, dimora dei minatori
ROCCA SAN SILVESTRO
Durata della visita: 40 minuti
Rocca San Silvestro è il villaggio medievale del Parco Archeominerario di San Silvestro, una volta abitato da minatori e fonditori di metallo e sorto fra il X e l’XI secolo per iniziativa signorile dei Conti della Gherardesca, per sfruttare i ricchi giacimenti di rame e piombo argentifero della Val di Cornia.
I metalli erano destinati alla produzione monetaria delle zecche toscane, Lucca prima e Pisa poi, grazie ai rapporti commerciali che i signori intrattenevano con queste città.
Il villaggio era noto nel medioevo con il nome di Rocca a Palmento (una macina, palmentum è stata, infatti, rinvenuta nel frantoio sottostante la chiesa) e deve il nome attuale al santo cui era intitolata la chiesa.
L’abbandono, avvenuto nel corso del ‘300, fu la conseguenza di molteplici fattori, primo fra tutti quello economico, dovuto al cambiamento del sistema di gestione delle risorse minerarie.
La visita guidata si snoda attraverso i resti di abitazioni, della chiesa, del cimitero, della zona signorile e dell’area industriale, in un percorso che aiuta a comprendere l’organizzazione sociale ed economica e la vita quotidiana di una comunità medievale.
Alla Rocca un progetto di archeologia sperimentale
IL CANTIERE MEDIOEVO IN CORSO
Medioevo in corso è un progetto di archeologia sperimentale che vuole ricostruire all’interno del Parco Archeominerario di San Silvestro, ai piedi di Rocca, un vero e proprio cantiere-laboratorio sulle tecniche edilizie in epoca medievale, grazie alle competenze e al lavoro congiunto di archeologi e artigiani.
L’attività del cantiere ha portato fino ad oggi alla ricostruzione di un miscelatore per la malta, di una piccola abitazione su modello di quelle rinvenute nel villaggio e di un forno per la cottura del pane e della ceramica grezza in uso nel borgo.
Da sapere prima della visita: L’accesso alla Rocca è possibile seguendo un sentiero attrezzato in salita, da percorrere preferibilmente con scarpe da ginnastica o da trekking. Il tempo di percorrenza dalla stazione di Valle Lanzi a Rocca San Silvestro è di circa 20 minuti. In estate è consigliabile essere attrezzati con acqua e cappello per il sole.
Un nuovo percorso di visita
I FORNELLI DI MONTEROMBOLO
Monterombolo è una piccola dorsale calcarea che separa due valli del Parco, la Valle dei Lanzi e la Valle dei Manienti. Alla sua estremità settentrionale spicca Rocca San Silvestro; all’estremità meridionale si trova un’altra area oggetto fin da epoca antica di sfruttamento minerario, sia per la presenza di minerali metalliferi che di marmi (calcari metamorfici). L’estrazione dei marmi è riconducibile all’epoca etrusco-romana, al medioevo, al Rinascimento e al 1800. A partire dal 1900, con lo sviluppo dell’attività siderurgica i calcari metamorfici diventarono interessanti come materiale fondente nella produzione di acciaio. La società STIAM (Società Toscana di Industrie Agricole e Minerarie), sorta per iniziativa della società “Altiforni e fonderia di Piombino Spa”, aprì numerose cave ai piedi dell’area meridionale e occidentale di Monte Rombolo .
Alla fine della seconda guerra mondiale la società Ilva riprese l’attività di estrazione dei calcari macrocristallini , spostando la cava a mezza costa (a circa 300 m di quota) e cambiando la tecnica di coltivazione. Fu scelta la tipologia di cava a imbuto, che aveva il vantaggio di minimizzare l’impatto ambientale dell’estrazione. La coltivazione fu iniziata con lo scavo di una galleria di ribasso alla base del versante (quota 200 m), che intercettava due pozzi verticali, o fornelli, di collegamento con la soprastante area di estrazione. La galleria era rettilinea per i primi 100 metri, per poi biforcarsi e andare ad intercettare la base dei due fornelli. Una volta realizzata questa infrastruttura, fu iniziata l’estrazione, procedendo con una coltivazione a gradini, che allargava progressivamente i due fornelli a partire dalla superficie topografica. Attraverso i fornelli il calcare veniva trasferito nella galleria e caricato su vagoni trainati da una motrice elettrica. Il convoglio viaggiava su binari a scartamento ridotto posati nella galleria e in esterno, fino a raggiungere la stazione di partenza di una teleferica. L’estrazione del calcare macrocristallino, proseguita in questa cava fino alla fine degli anni ’60, ha lasciato due grandi vuoti a forma di imbuto, oggi conosciuti come Fornelli di Monte Rombolo. Quello orientale è profondo 55 metri ed ha un diametro di 130 metri, quello occidentale raggiunge una profondità di 65 metri ed è leggermente più grande, con un diametro di 150 metri. Con il passare del tempo sia le acciaierie che l’industria chimica iniziarono a richiedere il calcare microcristallino, più adatto alle varie applicazioni industriali perché più omogeneo. La grana dei calcari cristallini diminuisce man mano che ci si allontana dal granito di Botro ai Marmi e quindi negli anni ’70 la cava delle acciaierie fu spostata sulle pendici di Monte Calvi.
Il centro di documentazione
VILLA LANZI
Inserito nel Parco Archeominerario di San Silvestro, l’edificio cinquecentesco di Villa Lanzi è stato voluto da Cosimo I De’ Medici per ospitare esperti minatori che, dalla Germania, venivano a lavorare nelle miniere del campigliese.
Questa antica struttura, posta a fianco dell’Ostello di Palazzo Gowett nell’area di Valle Lanzi che fronteggia la Rocca di San Silvestro, è oggi il Centro di Documentazione che raccoglie e conserva gli studi, le ricerche e i progetti riguardanti il territorio della Val di Cornia, nonché l’archivio che raccoglie la documentazione della Società mineraria che fino agli anni ’70 dello scorso secolo ha lavorato nel Campigliese.
Immersa nella quiete delle colline di Campiglia Marittima, la villa è dotata di ampie e luminose sale e si presenta come sede ideale per lo svolgimento di corsi formativi, seminari, tavole rotonde e convegni.
Per avere maggiori informazioni sugli spazi e sui costi di utilizzo, consultare la pagina dedicata a Villa Lanzi.