La Rocca di Campiglia,
testimone di tre millenni di storia
Campiglia viene nominata per la prima volta in un atto di donazione al monastero benedettino di Santa Maria di Serena, risalente al 1004. Fino alla fine del Duecento, gli edifici della Rocca furono abitati dagli esponenti di un ramo della famiglia aristocratica dei della Gherardesca, a cui si deve la trasformazione di Campiglia da piccolo villaggio di capanne a castello. La parte alta della collina era quindi l’area più rappresentativa di un abitato che, dal XII secolo, si compose anche di un borgo dislocato lungo i terrazzamenti sottostanti la Rocca, difeso da una possente cinta muraria in pietra. A seguito di contrasti politici con i conti di Campiglia, Pisa inviò una guarnigione militare che occupò parte degli edifici della Rocca fino all’inizio del Quattrocento. Con la successiva conquista fiorentina, la Rocca fu occupata fino alla metà del Cinquecento da militari inviati da Firenze a controllo di questi territori.
Il complesso monumentale della Rocca rappresenta un importante collegamento storico tra il borgo di Campiglia e il Parco archeominerario di San Silvestro, nel quale si trova l’omonima Rocca medioevale, costruita a servizio dei minatori e fonditori che lavoravano per i della Gherardesca.
La Rocca di Campiglia è testimone di tre millenni di storia: dal primo insediamento dell’VIII-IX secolo di un villaggio di capanne di allevatori di suini, all’arrivo dei potenti conti pisani della Gherardesca fino ad oggi. Il complesso monumentale, che è stato inaugurato il 7 giugno 2008 dopo un accurato e rispettoso restauro, rappresenta un importante collegamento storico tra il borgo di Campiglia e il Parco archeominerario di San Silvestro, dove spicca l’omonima Rocca medioevale, costruita a servizio dei minatori e fonditori che lavoravano per i della Gherardesca.
La storia del castello comincia molto prima di quanto indichi il documento del 1004 rinvenuto negli archivi dei conti della Gherardesca, in cui Campiglia viene nominata per la prima volta in una atto di donazione al monastero benedettino di Santa Maria di Serena. Gli scavi archeologici condotti fin dagli anni ’90 del secolo scorso, sotto la direzione scientifica del prof. Riccardo Francovich e coordinati dalla prof.ssa Giovanna Bianchi, docente di Archeologia Medievale all’Università di Siena, hanno riportato alla luce molti e interessanti reperti che trovano la loro collocazione naturale nel museo allestito nel vecchio cassero della Rocca.