Il Progetto MINERS al Parco archeominerario di San Silvestro
È in corso fino al 9 agosto al Parco archeominerario di San Silvestro il progetto MINERS: il focus del progetto è puntato sulla comunità che viveva all’interno di Rocca San Silvestro e ne esplora demografia e stile di vita, analizzando età di morte, traumi subiti, indicatori occupazionali, patologie sofferte, alimentazione e interazione col territorio e le sue risorse
Il Parco archeominerario di San Silvestro e la sua Rocca medievale sono ancora una volta al centro di un importante progetto di ricerca promosso dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena, dipartimento con cui la Parchi Val di Cornia SpA ha attiva una collaborazione pluriennale che sta alla base della stessa nascita del parco. Avviato lo scorso anno, è di nuovo operativo nel Parco per la seconda stagione il progetto Miners, realizzato nell’ambito del progetto internazionale multidisciplinare “Pursuing Public Health in the Preindustrial World, 1100-1800” finanziato dall’Australian Research Council, che ha per capofila la Monash University di Melbourne. Questo lavoro ha offerto al team di ricerca dell’Unità di Siena, l’opportunità di approfondire il tema della salute pubblica premoderna, in gran parte incentrato sull’analisi di contesti urbani, attraverso un caso studio di eccezionale interesse, quello offerto dalla comunità rurale che nel Medioevo visse nel castello minerario di Rocca San Silvestro.
Il progetto, diretto dalla prof.ssa Giovanna Bianchi, parte dallo studio dei resti scheletrici di uomini, donne e bambini, recuperati nelle passate indagini, che tra XIII e XIV secolo furono sepolti nel piccolo spazio antistante la chiesa interna al castello. Lo studio antropologico riguarda un significativo campione scheletrico in grado di fornire dati statisticamente validi per conoscere lo stato di salute della comunità, all’interno della quale alcuni individui erano impegnati a lavorare nei cunicoli e nei ridotti spazi delle miniere presenti nelle aree sottostanti il castello: i minatori (miners). Studiare lo stile di vita presuppone, però, anche la conoscenza del contesto dove questa comunità viveva. Per questo nel gruppo di ricerca dell’Università di Siena vi sono anche archeobotanici e studiosi della fauna antica. Lo studio dei macro resti vegetali e delle ossa animali consentirà di mettere a fuoco le strategie di allevamento e la produzione agraria, per ricostruire la dieta e la qualità alimentare della comunità che viveva a Rocca San Silvestro. La ricerca sullo sfruttamento degli habitat agro-forestali del passato permetterà di determinare l’evoluzione e i cambiamenti ecologici conseguenti alle attività antropiche. Archeologi e geochimici, tramite specifiche analisi con strumentazione portatile, analizzeranno il paesaggio minerario medievale per capire le dinamiche legate allo sfruttamento minerario e i possibili livelli di contaminazione dei suoli.
Si tratta di un tipo di ricerca al momento unica in Italia sia per lo stesso ampio contesto di indagine (il castello di Rocca San Silvestro è l’unico nella nostra penisola indagato nella sua interezza) sia per il tipo di approccio fortemente multidisciplinare alla cui base vi è un dialogo costante tra scienze umane e scienze dure.
Per presentare i risultati di questi studi al pubblico, l’apertura serale di Rocca San Silvestro di giovedì 1 agosto è stata dedicata a visite guidate accompagnati dagli archeologi del progetto Miners che hanno raccontato ai partecipanti le ultime scoperte sulla vita dei minatori della Rocca. Inoltre, il pomeriggio alle ore 18 si è svolto “BONES. UN’INDAGINE TRA I MINATORI MEDIEVALI DI SAN SILVESTRO”, un laboratorio con simulazione di scavo. I bambini si sono cimentati con un piccolo scavo archeologico, provando a riconoscere le ossa ritrovate grazie al supporto di schede didattiche e scoprire gli oggetti usati dai minatori nella loro vita di tutti i giorni.
Il progetto è stato a al centro di un servizio di Tgr Toscana che è possibile vedere da questo link di Rainews.