Xilografia
Per Carlo Guarnieri la xilografia non è soltanto l’incisione di una figura su tavola in legno che deve essere inchiostrata e poi impressa su carta da un torchio – è, piuttosto, una scintilla di poesia che sfiora l’animo di ogni artista e fa trapelare quella vitalità che dimora tormentata nel legno, misterioso nella sua natura di incosciente materia che, a lampi, lascia intravedere il segreto della vita dell’Universo.
Dante tirreno – 1921 - legno di filo, 60 x 49
Entrato in contatto con D’Annunzio, in gara con il maestro De Carolis, il Guarnieri esegue nel ’21 una serie di incisioni tra cui Dante Alighieri, definito “Dante Tirreno” per distinguersi e contrapporsi a quello eseguito dal De Carolis, intitolato “Dante Adriatico”. Esposto a Palazzo Benci durante la Seconda Esposizione Nazionale d’Arte del 1930, fu particolarmente apprezzato dal D’Annunzio che lo definì “stupendo di segno e di impressione”.
GRAFICA – Studi e disegni
PITTURA – 1° periodo
Felicissimo il primo periodo (dal 1907 al 1930), nel quale si avvertono echi di un’educazione simbolista dall’apprendistato compiuto con De Carolis, nella stagione del floreale, dei contatti con D’Annunzio, dell’irrazionalismo mitopeico nel primo decennio del secolo. La purezza delle linee appena segnate, il cromatismo appena smorzato, sommesso, giocato su pochi elementi, l’esangue tenerezza delle carni, la compostezza degli atteggiamenti, la mitezza degli sguardi, il docile controcanto dei fondi atto ad assecondare il motivo figurale, trasferiscono l’immagine in un’atmosfera serena, ora elegiaca, ora vagamente metafisica. Oltre il reale, senza sconfinare dal dato fenomenico.
PITTURA – 2° periodo
Il suo stile muta: Guarnieri, eccellente disegnatore, come testimoniano i suoi bozzetti, le sanguigne, i carboncini morbidi e sfumati in cui si rivela sempre un pittore di grande tecnica – la sua sicurezza espressiva non conosce ostacoli – scopre la plasticità del colore, la consistenza della materia pittorica.
PITTURA – 3° periodo
Alla fine del secondo conflitto mondiale Guarnieri torna ad una concezione affine a quella del primo periodo. E’ la terza fase del suo operare: ancora appartato, lontano dai programmi del momento (Concretismo, movimento Realista), come lo sarà nelle successive tendenze.
Il terzo periodo, costruito sulle precedenti pennellate, più scavato nella poesia, nei passaggi dove i volumi tornano a ripetere la materia, rapportando una sofferta tavolozza.
Così le sue nature morte, come richiami di prezioso amore: plasticismo che si fa quasi carnosità, meno grafico e più materiato a commento del soggetto.