Il filo rosso della conoscenza nel viaggio iniziatico del Labirinto
Dall’8 luglio al 2 settembre in mostra al Castello di Piombino
Inaugurazione: 8 luglio alle ore 17
La mostra di Aviero Bargagli “Sotto l’incanto di Arianna”, a cura di Alessandra Barberini, segue il filo rosso del mito del Minotauro e del Labirinto per proporre un affascinante viaggio nella produzione scultorea di Aviero. Il lancio dell’esposizione, evento artistico dell’estate, è stato tra l’altro anticipato dall’installazione del “gomitolo” del filo di Arianna in piazza Verdi, destinato ad attrarre l’attenzione dei potenziali visitatori e guidarli fino al Castello.
“Sotto l’incanto di Arianna è la via che l’artista ha scelto per indagare il tema della conoscenza attraverso il mito, che scatena echi e assonanze con la modernità e i quesiti esistenziali dell’uomo contemporaneo – spiega la curatrice Alessandra Barberini – le potenti opere di Aviero, che si ergono e s’impongono fisicamente, fortemente plastiche, di fronte allo spettatore, suscitano nell’animo di chi le osserva dubbi e perplessità, oppure profonda condivisione e identificazione, fino a giungere al riconoscimento in quelle rappresentazioni della propria storia personale.”
“Il labirinto è un percorso iniziatico – racconta Aviero – in cui l’individuo, prima di incontrare il Minotauro, l’uomo-bestia, la parte più profonda di noi stessi, deve superare colpe ataviche, sofferenze esistenziali e affrontare tante domande che pensava non potessero aver risposta. Perché solo la conoscenza è strumento per percorrere la strada del ritorno”.
La mostra è aperta dal lunedì alla domenica dalle ore 17 alle 23. Il martedì rimarrà invece chiusa.
L’ingresso è gratuito.
Note biografiche sull’artista:
Aviero Bargagli, in arte Aviero, nasce ad Arcidosso. Autodidatta, ha conquistato velocemente l’attenzione della critica più raffinata ed aperto le porte dei più importanti musei internazionali. Negli ultimi quindici anni Aviero ha raggiunto quella piena maturità artistica che gli ha permesso di produrre le sculture più significative del suo corpus di opere utilizzando, oltre al legno, anche il bronzo e la pietra. Gli apprezzamenti del pubblico e della critica non si sono fatti attendere, collezionando molti riconoscimenti, in Italia e all’estero.